"La Via del Qigong"

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Storia recente del Qigong

Influenze esterne nello sviluppo del Qigong

Origini e significato del nome Qigong

Energia vitale nelle altre culture

Applicazioni Mediche del Qigong

Accenni al pensiero cinese

Classificazioni del Qigong

Principi teorici del Qigong

Qigong statico: posizioni base

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Articoli pubblicati

"Ba Duanjin" (gli "Otto Broccati")

Uno strumento prezioso

Il Sorriso ed il Qigong

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Pagina aggiornata il: 01/02/2015

Energia vitale nel mondo

 

        L'energia vitale invisibile è un concetto universale, comunemente associato a: respiro, caldo, aria, e luce solare. Evidenza di una filosofia comune e duratura può essere trovata presso tutte le culture antiche.

        Dio respira / soffia il "respiro di vita" (ruach) nella terra per creare il primo essere umano. Il nome ebraico "Adamo" è derivato dalla stessa radice di "Adama" (= Terra). Il "Respiro di Dio" (Ruach Ha Kodesh in ebraico, Spiritus Sancti in latino) è sinonimo di "Potenza dello Spirito".

        Un'idea simile è espressa nella scrittura sacra dell'Islam, il Corano. La parola nafas, significante "Il respiro di Allah", e ruh, significante "L'anima di Allah", sono usate per indicare il respiro e l'anima dell'essere umano, confermando il fatto che noi veniamo in origine da Allah, di Allah, per Allah, e alla fine torneremo ad Allah. Uno studioso musulmano afferma che "respiro" non è lo stesso che "aria" o "ossigeno". E' piuttosto un'energia divina che regola le emozioni umane e l'equilibrio del corpo. "Entrambi la quantità e la qualità del respiro hanno un definito e diretto effetto sulla salute umana."

In Grecia, il respiro vitale è chiamato pneuma, una parola usata per la prima volta da Anassimene (ca. 545 a.C.). Anassimene ha affermato che la vita comincia con il respiro. Tutte le cose vengono da esso e si dissolvono in esso con la morte. L'anima è Respiro, ed è il controllo del respiro stesso che "mantiene insieme" (previene la disintegrazione o dalla decomposizione) gli esseri umani. Come l’aria o il vento esso circonda e conserva il mondo. I professori G.S. Kirk e J. E. Raven, dell’università di Cambridge, nella loro opera "The Presocratic Philosophers" classificano una sezione di scritti di Anassimene "Il confronto tra l’Aria Cosmica e il Respiro – Anima", idee che sono incredibilmente corrispondenti alle parole cinesi Yuan Qi, "Qi Cosmico o Originale", e Hun, "Respiro – anima".

Il respiro vitale crea un’unità tra il microcosmo ed il macrocosmo. Nella traduzione di Kirk e Raven, "Il principio vitale e la forza dell’uomo, sono, tradizionalmente, il pneuma o respiro – anima; ( il neuma nel mondo esterno è visto come vento) perciò il principio vitale del mondo esterno è il neuma; (quindi vento, respiro, o aria è la vita e la sostanza di tutte le cose)."

Ippocrate (460 – 377 a.C.), considerato il fondatore della scienza medica, credeva che la forza vitale, come il Qi, dovesse scorrere. Quando chymos, i fluidi del corpo – principalmente sangue, bile e flemma – sono in armonia, si ha la salute. Ne "La natura dell’uomo", lui scrive "Un uomo si gode la perfetta salute, quando questi elementi sono adeguatamente proporzionati l’un con l’altro, in potenza, massa e modo di comporsi, così che essi sono mescolati insieme nel modo migliore possibile.Si sente dolore quando uno di questi elementi è mancante o in eccesso…" Quando un componente della salute è isolato o disarmonico con gli altri, in eccesso in alcuni punti e assente in altri, il risultato è dolore e malattia.

Secondo Ippocrate, l’equilibrio è lo stato naturale. Il ruolo del medico è "non quello di manipolare il paziente come uno potrebbe fare con qualcosa di inanimato, ma rimuovere, sia da dentro sia da fuori, nel corpo del paziente, le ostruzioni per il recupero della salute."

Presso i Kung San, una popolazione indigena del Deserto del Kalahari in Africa, l’energia vitale è num. Il num è contenuto nel basso addome e alla base della colonna vertebrale, e può essere fatto "bollire" attraverso una danza estatica.

Richard Ketz, un anziano guaritore di quella popolazione africana, spiega: "Il num entra in ogni parte del corpo, fino alla punta dei piedi e ai tuoi capelli". Il num fa formicolare la tua colonna vertebrale, e rende la mente vuota, senza pensieri. Il guaritore "vede la persona nel modo giusto, proprio come è". A questo punto, nella danza, i guaritori possono proiettare il num che guarisce, o tirare fuori la malattia da coloro che sono malati. Gli sciamani, i num kausi, i "maestri, o possessori di num", possono anche aiutare un allievo ad entrare nello stato di coscienza trascendente, (kia) "tirando" una freccia di num nel corpo dello studente, spesso schioccando le dita. (Alcuni Guaritori Nativi Americani proiettano l’energia in un modo simile, battendo le mani insieme.)

Come i medici moderni, i Kung credono che la gente si porti le malattie dentro il corpo. Quando una malattia esplode all’esterno, può talvolta essere curata accumulando il num, per aumentare la riserva interna di potenza guaritrice. I Kung sono anche preparati ad usare i moderni antibiotici. Nessun trattamento è efficace al cento per cento. Loro dicono: "Forse il nostro num e le medicine degli Europei, sono simili, perché talvolta le persone che prendono le medicine muoiono, e talvolta vivono. E’ lo stesso con il nostro num."

Cinquanta o sessanta mila anni fa, molto prima che i Cinesi parlassero del qi, gli Aborigeni Australiani coltivavano l’energia vitale, come chiave del potere di guarigione e spirituale. Secondo un "medicine man" dell’antica tribù Yuin, "Le persone che possedevano questa energia potevano comunicare telepaticamente, attraverso grandi distanze. Loro rappresentavano la linea telefonica aborigena." In un classico della spiritualità aborigena, "Voices of the First Day" ("Voci del Primo Giorno"), l’autore, R. Lawlor nota che, come i Cinesi, gli Aborigeni si concentravano su un centro energetico qualche centimetro sotto l’ombelico, "dove era avvolto il cordone del Grande Serpente dell’Arcobaleno (= Kundalini). Attraverso lo stesso centro, gli Aborigeni prelevavano il calore del corpo dai ‘fuochi dell’arcobaleno’ che li aiutavano ad affrontare il freddo."

Gli Aborigeni, come le altre tribù indigene, credono che oggi le persone hanno meno di questa energia vitale del passato. Poiché l’energia vitale è l’origine comune ed il legame tra la persona e la natura, la sua perdita è parallela alla perdita di connessioni tra gli esseri umani e delle loro relazioni con l’esterno: piante, animali, acqua, cielo, terra e tutte le altre creazioni. Quindi, riportare l’energia vitale alla sua originaria condizione di pienezza potrebbe essere la chiave per recuperare potenziali perduti e comprendere che "Il Regno del Paradiso è in noi stessi."

Le tribù degli Indiani d’America, riconoscono anch’esse l’esistenza di un’energia curatrice. I Navajo affermano che i Venti (nilch’i) dettero la vita agli esseri umani e a tutta la Natura. Così, un insegnante del ‘Navajo Community College’, parla del "Sacro Vento" nella sua opera "Holy Wind in Navajo philosophy" (Il Vento Sacro nella filosofia dei Navajo).

Come i venti scorrono attraverso l’essere umano, lasciano il segno come linee sulle dita di piedi e mani. I venti sono anche poteri segreti, origine di guide guaritrici. Sono considerati messaggeri degli dei o dei sacri spiriti. Quando gli Indiani d’America pregano rivolti ai venti delle quattro direzioni, loro diventano intuitivamente coscienti delle soluzioni per i problemi della vita. Secondo un anziano Navajo, se non si seguono i consigli dei venti, se uno rifiuta di seguire le loro istruzioni, "Il Nostro Sacro Uno toglie il Vento che era dentro di sé. Ferma il suo cuore."

In una tradizione di guarigione indigena della regione Puget Sound dello stato di Washington, chiamata Si Si Wiss (lett. Sacro Respiro), i guaritori proiettano il potere al paziente attraverso danze, canti e imposizione delle mani. Alcuni canti Si Si Wiss includono specifici metodi di respirazione, per cacciare le malattie o per invitare gli Spiriti aiutanti e guaritori.

Nel linguaggio dei Lakota (Siux), la parola per ‘anima’, waniya, è derivata dalla parola ni, che indica il respiro. Nel 1896, il sacerdote Lakota, ‘Long knife’, disse: "Il ni di un uomo è la sua vita. E’ lo stesso che il suo respiro, gli dà la sua forza. Tiene pulito tutto ciò che è dentro il corpo dell’uomo. Se è debole, non può pulire l’interno del corpo; se lo lascia, l’uomo è morto…" Il rito di guarigione Lakota, del ‘bagno di sudore’, si chiama ‘inipi’ perché purifica il ‘ni’: "L’Inipi fa sì che il proprio ni spinga fuori tutto ciò che rende stanchi, tutto ciò che causa malattie, o che causa pensieri erronei…"

Nelle Hawaii, i più potenti guaritori sono conosciuti come ‘Kahuna Ha’ che significa ‘Maestri del respiro’. Il Sacro respiro che guarisce, ‘Ha’, può essere assorbito in luoghi naturali molto potenti, ‘Heiau’, attraverso danze, (come la ‘Hula’), ed esercizi di respirazione profonda. Alcuni Kahula imparano come conservare energia guaritrice nel cuore. Poi, quando l’energia è proiettata attraverso l’imposizione delle mani, il Ha è colorato dall’amore e dai pensieri positivi del guaritore. Nelle mediazioni e consultazioni tradizionali delle Hawaii, tutte le parti del conflitto, prima di tutto, calmano le loro menti con respirazioni profonde. Questo li aiuta ad essere meno reattivi e a trovare le soluzioni migliori. Il Ha, può anche essere trasferito da un guaritore ad un paziente, soffiando direttamente sul suo corpo. Quando un Kahuna Ha è prossimo alla morte, lui, o lei, può trasferire il lignaggio ed il potere, soffiando fuori l’Ha ad uno studente o ad un membro della famiglia. La parola Hawaiana ‘Aloha’, spesso usata come saluto rispettoso e sentito, significa anche ‘amore’. Amore è "incontro a faccia a faccia" (alo) del respiro di vita (ha).

Ovviamente il paragone più vicino al qi, si può trovare nei paesi asiatici, in particolare in India. In India, l’energia vitale, prana, è descritta come fluire attraverso migliaia di sottili canali energetici, i nadi.

Uno degli scopi dello Yoga è di accumulare più prana attraverso esercizi di controllo del respiro (pranayama) e posizioni fisiche (asana).Allo studente viene anche insegnato come conservare il prana, come non sprecare sia quello innato, genetico, che quello acquisito attraverso la meditazione. Alcuni yogi credono che a noi sia stato dato un certo numero di respirazioni dalla nascita. Se noi impariamo a respirare più lentamente, viviamo di più.

Ci sono notevoli paralleli tra lo yoga e la teoria cinese dello yin-yang, la filosofia per cui la salute è l’equilibrio dei due opposti complementari: fuoco e acqua, mente e corpo, io e natura. Lo Hatha Yoga bilancia le due correnti dell’energia vitale: il solare (ha) ed il lunare (tha).

Invertendo il corso dei due respiri pranici, uno connesso con il fuoco, uno con l’acqua, ci si assicura la longevità.Il fuoco è fatto discendere, l’acqua salire, così da unificare la mente (fuoco) e il corpo (acqua), prevenendo la dispersione dell’energia vitale.

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